WOMEX EDIZIONE DIGITALE 2020: INTERVISTA AL DIRETTORE

Come molti eventi, in quest’anno di pandemia globale, WOMEX– L’expo mondiale della world music si è svolta online in versione digitale dal 21 al 25 ottobre. Abbiamo chiesto ad Alex Walter, il suo direttore , di darci un feedback sull’andamento della manifestazione. Alex fa parte del team dal 2004 quando lavorava al Conference Department. 

 

Buongiorno Alex. Immagino che l’organizzazione di Womex in formato digitale sia stata un’esperienza nuova con alcune sfide da superare, anche perché la decisione di passare al digitale non è stata immediata. Ci puoi fare un piccolo riassunto?

Il piano iniziale ovviamente era quello di organizzare l’expo in presenza a Budapest. A causa degli sviluppi della pandemia abbiamo iniziato in estate a fare dei piani per organizzarne un evento ibrido, ovvero con una parte in presenza a Budapest e una parte digitale online per chi non potesse viaggiare. Poi il governo ungherese ha chiuso le frontiere il 1° settembre. A quel punto abbiamo deciso di passare completamente al digitale.

Ci sono ormai molti strumenti per lavorare online.  Con l’aiuto di un buon team IT si possono fare veramente tante cose. Certamente dipende dal budget, dalle capacità del server e, naturalmente, dall’accesso a Internet, ma in teoria quasi tutto è possibile.

Tra le varie sfide, qual è stata quella più impegnativa?

La sfida più grande è stata capire come tradurre i diversi componenti del programma per una versione digitale online. WOMEX è decisamente un evento di “incontri e abbracci”. Abbiamo avuto molti brainstorming per definire come dare forma ai vari elementi in una modalità così diversa  senza snaturarne completamente il senso e il valore. Fortunatamente, con virtual WOMEX avevamo già a disposizione una piattaforma digitale attiva. Abbiamo dunque aggiunto nuove funzionalità ed estensioni per raggiungere lo scopo. 

Immagino che non sia stato così semplice coordinare i vari team, tra Berlino dove avete la vostra sede e Budapest ad esempio. Come vi siete mossi? 

Lavoriamo da molto tempo con i nostri partner locali di Hangvető a Budapest con chi avevamo già organizzato l’edizione 2015 dell’expo. Senza quella sinergia sarebbe stato impossibile portare a termine l’organizzazione e lo svolgimento di questa edizione 2020. In breve tempo, Hangvető è riuscito a organizzare alcuni concerti e conferenze a Budapest presso la sede del Müpa. Quindi una parte del programma – Budapest Ritmo –  si è svolta dal vivo in loco, rispettando le misure di sicurezza, ed è stata contemporaneamente trasmessa in streaming sulla piattaforma digitale come parte integrante del programma ufficiale. 

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Come valuti i risultati e quello che avete appreso da questa esperienza?

Il feedback complessivo dei partecipanti – i Womexicans – è stato positivo. Ovviamente, si è trattato di un’esperienza diversa. Non è purtroppo possibile ricreare al 100% il feeling di un’esperienza dal vivo con un formato digitale. Ma questa edizione ci ha comunque permesso di ritrovarci e ha fatto da ponte con la prossima edizione che speriamo possa svolgersi dal vivo. Abbiamo notato che comunque il livello di interazione è stato molto alto. 

Cosa ha funzionato meglio (film, showcase, conferenze, cerimonia inaugurale, chat, incontri e sessioni online, ecc.)?

In generale, tutti gli eventi programmati hanno visto una buona partecipazione. Il programma delle conferenze questa volta ha attirato un’enorme attenzione. Anche quello dei film/documentari ha avuto più seguito del solito. Infatti, spesso i film registrano meno partecipazione, vista la consistenza delle altre altre attività che si svolgono in contemporanea.

Monika Lakatos, Womex 2020 Artist Award

Il pubblico ha anche apprezzato gli showcase in live streaming. Direttamente seguiti da piccole interviste agli artisti hanno aiutato il pubblico a meglio capire in quale contesto essi operano, ma anche la loro storia, il loro background, le loro motivazioni e obiettivi. Ovviamente un concerto in streaming non può mai avere l’intensità di uno spettacolo dal vivo, in quanto sono esperienze diverse che non sono paragonabili, a mio avviso. Più che altro, sono complementari. Avevamo anche incluso una piattaforma per le chat dove sono stati registrati più di 20.000 messaggi. 

Quali sono gli aspetti positivi dell’edizione digitale di WOMEX?

Un aspetto sicuramente positivo è quello di aver permesso, in alternativa a un’edizione dal vivo,  a tutta la nostra comunità di artisti e operatori di ritrovarsi  online. Nonostante le difficoltà imposte al settore dalla pandemia, la nostra è una comunità molto viva. C’è una grande voglia di confrontarsi, scambiare idee ed esperienze per capire dove tira il vento e trovare così delle risposte. Tutti fanno l’impossibile per guardare al futuro con ottimismo – re-inventandosi. Poter dialogare e interagire, anche solo online, genera nuove forma di collaborazione ed è, di per sé, già una risposta. Siamo stati molto felici di vedere che 1.130 delegati si sono registrati per partecipare a questa edizione di Womex.

Un altro aspetto positivo è che molti relatori, che non avrebbero avuto la possibilità di partecipare alle conferenze dal vivo visto le restrizioni, hanno potuto farlo online. Da questo punto di vista, l’edizione digitale è stata forse più inclusiva. 

Due parole per concludere?

Ci auguriamo che tutti riescano a superare al meglio, anche economicamente, questo periodo difficile. Saremo felici di accogliervi numerosi dal vivo e in buona salute alla prossima edizione di Womex che si terrà nel 2021 a Porto, in Portogallo.


Puoi rivivere Womex 2020 Edizione Digitale grazie a VirtuaWomex. 

 

Pubblicato da Eric E. van Monckhoven

Project Agent - Eco-social Consultant - Cultural Producer www.music4you.nu

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